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Perché rileggo, ancora, il vecchio romanzo, di cui già conosco la trama? Ho davvero bisogno delle battute del protagonista che non possono che ripetersi, stancamente, sempre uguali? Voglio, sul serio, seguirlo mentre si dirige, per l’ennesima volta, dove, già so, che andrà a finire? Non nego che fino a poco tempo fa, credevo ancora di poterlo convincere a voltare pagina. Mi è capitato di pensare che il suo “no” di pagina 46, potesse almeno divenire un “forse”. Ma ad ogni rilettura, ritrovo, lui e il suo diniego, dove e come li avevo lasciati. E allora, perché continuo a farlo? Forse perché la sgargiante copertina del nuovo romanzo, che pure avrei voglia di iniziare a leggere, mi inorridisce e disorienta? Forse perché, un incipit diverso dal solito, mi addolorerebbe ancor più di un finale risaputo? O forse perché, il mio vecchio e scarno vocabolario di fronte a parole nuove e sconosciute, credendo d’arricchirsi, potrebbe cadere in disuso? Prima di darmi una risposta, vado a rileggermi le domande. |