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La domenica, più cerchi di riempirla, più ti sembra vuota. E’ uno strappo, che si rimargina da solo. Un’eccezione, che rende accettabile, regolarsi. La domenica. Autoreferenziale. Non sa far altro che ritornare a se stessa, dopo una settimana, passata a desiderarsi. Colpevolmente disimpegnata. Fa da palo, alla rapina del lunedì. La domenica è la prigione del tempo libero. La domenica è un pallone che prima di ruttare, prega. E si commenta da sola. Fino alla domenica successiva. La domenica dei caffè. delle pizzerie, dei cinema, sale piene di soli che fingono di uscire in coppia. O di sentirsi una famiglia. Numerosi soli, sempre più spenti. |